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Export gennaio - settembre, Parma cresce a 7,6 miliardi

Export gennaio - settembre, Parma cresce a 7,6 miliardi

Balzo nel terzo trimestre grazie all'andamento del settore farmaceutico

Istat ha pubblicato gli ultimi dati relativi alle esportazioni di merce delle Province e delle Regioni Italiane. Nel periodo gennaio-settembre 2024, la diminuzione su base annua dell’export nazionale in valore (-0,7%) è sintesi di dinamiche territoriali per lo più simili, a livello regionale l’Emilia-Romagna registra complessivamente un calo dell’1% a causa della contrazione, accentuatasi nell’ultimo trimestre di Reggio Emilia e Modena.
 
Secondo l’elaborazione provinciale condotta dall’Ufficio Studi dell’Unione Parmense degli Industriali, nel terzo trimestre del 2024 l’export parmense ha raggiunto il valore di 7,6 miliardi di Euro, in aumento del 2% rispetto al 2023 grazie al balzo dell’8% registrato nel terzo trimestre, cui ha contribuito certamente una nuova dinamicità delle vendite dell’industria farmaceutica dell’ultimo trimestre (+37%).
Nei primi nove mesi dell’anno, i settori industriali più dinamici all’export parmense sono stati l’alimentare (8%), l’impiantistica alimentare (12%) la farmaceutica (8%) e la cosmetica 9%, le flessioni tendenziali più ampie delle esportazioni riguardano il vetro (-33%) e la chimica (-16%) con contrazioni più contenute della meccanica generale (-6%) del settore tessile abbigliamento (-6%) e, della gomma plastica (-3%). In generale le dinamiche settoriali registrate a livello provinciale ricalcano quelle nazionali - con l’eccezione per i settori della metalmeccanica che a Parma ottiene risultati migliori rispetto alle tendenze generali - grazie all’impiantistica alimentare.
Il settore alimentare supera i 2,17 miliardi di euro grazie all’importante contributo di lattiero caseario (+38%) e conserve vegetali (+15%).  Nonostante le numerose complessità le vendite estere delle conserve animali mantengono una variazione positiva (+5%), mentre risultano complessivamente stazionarie la molitoria (+0.8%) e i prodotti ittici (0,6%), in calo pasta, dolci, surgelati, precotti (-3%). Si segnala una buona performance del comparto bevande, acqua vini e liquori (+37%) e di oli, grassi vegetali e animali (+31%).
Le tendenze per aree geografiche evidenziano, sempre nel periodo gennaio-settembre 2024, una contrazione del valore esportato verso l’Unione Europea pari al -5%, mentre verso gli altri Paesi Europei non UE si registra un lieve incremento (3%).
Aumentano del 26% le esportazioni verso il Nord America e del 29% quelle verso il Centro-Sud America. In aumento anche le vendite verso l’Asia Orientale (7%), a differenza di quanto registrato a livello nazionale (-8%). Le vendite verso l’Africa, che avevano registrato nel 2023 una particolare crescita, si sono ridimensionate (-7%). Lievi incrementi verso il Medio Oriente 3% e verso l’Asia Centrale 1% mentre il continente Australiano che da sempre registra andamenti altalenanti dovuti alla dimensione esigua di questo lontano mercato segna un -20%.
Analizzando il dettaglio dei paesi di esportazione si nota un nuovo deciso incremento dei flussi verso gli Stati Uniti (+27%) ancora una volta da attribuire alle performance della farmaceutica insieme ad un incremento dell’impiantistica alimentare e dell’alimentare, questi ultimi due settori sono stati determinanti anche per la variazione del 16% registrata in Cina.
 
Secondo il Centro Studi Confindustria dopo tre cali trimestrali consecutivi l’export Italiano resta debole nel 4° trimestre e anche le prospettive risultano ancora molto incerte: pesano la debolezza della domanda europea e le annunciate nuove misure protezionistiche USA.
 



Per maggiori informazioni:
UPI - Valentina Ruberto; e-mail: valentina.ruberto@upi.pr.it Tel. 0521.2266 (centralino);