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Corradi Mangimi investe sulla produzione custom made

Corradi Mangimi investe sulla produzione custom made

L'azienda ha avviato un piano di investimenti per accelerare l'automazione dei processi e la customizzazione dei prodotti, guardando al futuro del settore mangimistico

Per l’agricoltura e l’allevamento in Italia è in corso un profondo cambiamento. Benessere animale, rapporto con gli Ogm, sostenibilità, cambiamenti climatici stanno richiamando l’attenzione del settore sull’innovazione dei processi, sulla spinta di imprenditori agricoli di nuova generazione che attraverso la tecnologia cercano di recuperare marginalità. Da anni la Corradi Mangimi ha colto la trasformazione in atto e ha reagito avviando un programma di investimenti per arrivare a soluzioni e prodotti custom made per ogni cliente allevatore. A volerlo è stata la terza generazione dell’impresa, oggi rappresentata da Giovanni Corradi e dalla sorella Giulia. ''L’azienda è nata nel 1937 a Traversetolo con il nonno Pasquale e ha poi proseguito l’attività, sempre in forma artigiana, sotto la guida di nostro padre Andrea. Nel 2011 abbiamo scelto di investire nell’acquisto dello stabilimento di Roccabianca, supportati da un gruppo commerciale che ha sostenuto un importante aumento delle vendite, e da allora la Corradi Mangimi ha iniziato la propria trasformazione – spiegano – siamo diventati industria, avviando un percorso di maggiore strutturazione dell’attività che ancora prosegue. E’ avvenuto in concomitanza con il passaggio generazionale che ci ha portati qui e che nostro padre ha favorito sull’onda di una buona intuizione: l’agricoltura si stava evolvendo e servivano teste giovani per rispondere al cambiamento''. In un settore come quello mangimistico, a bassi margini, la strategia della Corradi Mangimi segue due direzioni: lavorare sull’ottimizzazione dei processi e proporre un approccio commerciale basato sulla customizzazione dei prodotti in linea con le esigenze del singolo cliente. ''Abbiamo acquistato un mangimificio fermo agli anni Ottanta e lo stiamo portando al 2030: in cinque anni abbiamo investito 1,5 milioni di euro per automatizzare i processi in ottica Industria 4.0 e 5.0, alleggerendo il lavoro dei dipendenti e risparmiando energia. In questo modo riusciamo a contenere i costi e produrre anche piccole quantità di un singolo prodotto – proseguono – Abbiamo investito molto sulla formazione di giovani a supporto della rete commerciale esistente''. L’azienda produce mangimi per bovini (vacche da latte e bovini da carne) utilizzando solo alimenti naturali ed oligoelementi, senza farine animali né medicati. I mercati di destinazione sono Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, con una spiccata specializzazione nell’alimentazione di animali che seguono disciplinari per i formaggi dop italiani e di vitelloni da carne a filiera controllata. ''Sentiamo una forte responsabilità nei confronti dell’allevatore e del consumatore finale; per questo abbiamo attrezzato un nuovo laboratorio interno per il controllo delle materie prime in entrata, a rispetto della loro salubrità e delle normative vigenti''. L’azienda supporta i clienti anche attraverso un pool di veterinari, nutrizionisti e altre figure professionali; a questi collaboratori e tecnici si aggiungono 21 dipendenti a formare un team motivato, indispensabile per sostenere i progetti in corso. ''Finalmente si comincia a portare l’attenzione sul ruolo del mangimista nella definizione della qualità del prodotto finale e in chiave di sostenibilità, visto che usiamo, tra le altre materie prime, anche i sottoprodotti dell’industria alimentare umana - concludono – noi condividiamo perfettamente questa visione e vogliamo continuare a crescere, investendo per migliorare la nostra azienda''.



Per maggiori informazioni:
UPI - Barbara Gaiti; e-mail: barbara.gaiti@upi.pr.it Tel. 0521.2266 (centralino);